Torre Civica Smeducci – Castello di San Severino

… appena uscito dalla piazza e lasciati i palazzi signorili, i ristoranti e i negozi, mi sono trovato in salita a guardare l’antica torre. Il desiderio di arrivare a scoprire cosa si nascondesse lassù mi ha fatto avventurare per i vicoli arrampicati alla collina come dita di una mano che accarezza la terra.

E subito il silenzio, e mano a mano che salivo in quel labirinto, era come se il tempo si arrotolasse all’indietro, e piccole chiese e vicoli e case che chissà da quanti secoli erano abitate… Generazioni e generazioni che da sempre, ripetono gli stessi gesti, respirano gli stessi valori di tempi lontani.

Ad un certo punto mi è sembrato di aver sentito il rumore strisciante di spade e zoccoli di cavallo, il fantasma di un antico soldato mi ha guardato e sorridendomi ha rassicurato i miei passi: “Benvenuto straniero!.. “

Ero giunto alla cima. Lì, i resti del castello, e il silenzio. Rotto dal vociare di mille storie antiche…


Nella piazza antistante il Museo Archeologico, si eleva l’imponente Torre Smeducci, eretta nel XIII secolo con funzioni di avvistamento, di difesa e di segnalazione alle altre torri dei castelli del territorio comunale. Davano accesso alla torre due piccole porte che conservano l’antica forma con il loro doppio arco a sesto acuto.
Circa a metà della Torre si notano due bassorilievi scolpiti in pietra; il primo dall’alto raffigura un “morso di cavallo” e potrebbe rappresentare l’emblema di uno dei podestà, ma la tradizione lo attribuisce alla dispotica signoria degli Smeducci che, al ritorno da una delle cacciate subite, lo fece apporre per mostrare il trattamento che sarebbe stato riservato al popolo ribelle.
Più in basso il bassorilievo che raffigura un “leone passante”, simbolo dei ghibellini per i quali parteggiò San Severino in perenne lotta con la guelfa Camerino.
A destra della Torre si notano scarsi resti dell’antico Palazzo dei Consoli.  

INFORMAZIONI ALLA VISITA
Visitabile solamente dall’esterno