Castello di Pitino

Durante una passeggiata in collina con un gruppo di amici, mi sono trovato di fronte a un panorama mozzafiato. Da quel punto suggestivo, potevo ammirare i monti Sibillini, i monti della Laga, il maestoso Gran Sasso d’Italia e, in lontananza, la Maiella. Mentre mi godevo la vista, i miei occhi furono catturati da alcuni ruderi antichi. 

Spinto dalla curiosità, mi sono avvicinato e, grazie a una lapide, ho scoperto che si trattava del castello di Pitino. Decisi di esplorarlo, e ciò che trovai, fu un castello danneggiato ma intriso di mistero. Le sue mura antiche raccontavano storie di guerre passate, e ogni pietra sembrava sussurrare segreti di un tempo lontano. 

Camminando tra quei resti, sentivo il peso della storia e l’emozione di essere testimoni di un passato che, nonostante tutto, continuava a vivere attraverso quelle rovine. 


Situato a soli 11 km dal capoluogo, è stato testimone di una storia millenaria. Negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, una campagna di scavi ha rivelato reperti archeologici che risalgono fino al Paleolitico, testimoniando una vita ininterrotta dal VII al V secolo a.C. di un ricco insediamento piceno, il più importante dell’entroterra maceratese. 

Con l’avvento del periodo romano, le prime fortificazioni picene furono abbandonate, ma con la caduta dell’impero, il castello tornò a popolarsi grazie al nobile Marco Petilio. Il possesso di Pitino garantiva il controllo di una delle principali vie di comunicazione tra il mare e l’interno delle Marche, rendendolo un luogo conteso da San Severino, Montecchio, Cingoli, Tolentino e Camerino. 

Nel 1192, i feudatari di Pitino cercarono protezione prima da Treia e poi da Tolentino, fino a quando l’imperatore Federico II di Svevia lo cedette al comune di San Severino nel 1239. Le contese continuarono, ma San Severino riuscì a mantenere il castello, che fu ricostruito agli inizi del XIII secolo. 

Nel 1426, Pitino subì l’ultimo assedio della sua lunga storia. All’interno del castello, due chiese raccontano storie di fede e devozione: la chiesa di Santa Maria della Pietà, ricostruita alla fine del ‘700, e quella di Sant’Antonio, edificata alla fine del XV secolo.